| 
             | 
             | 
             | 
             | 
             | 
            
                Camminata della Valle del Lujo
                Partenza da Casale (piazza della chiesa); da Dossello (Piazza 
                della chiesa); da Vall’Alta (Crocefisso), da Mulinello (bruschetteria); 
                da Fiobbio (Piazza della chiesa); Abbazia (incrocio via Oprando 
                Abate-via Gatti).  
                Dislivello 318 m. 
                Tempo di percorrenza 4 h. 
                Percorso ad anello che tocca tutti i principali centri della 
                Valle   (Dossello, Vall’Alta, Fiobbio, Abbazia, Casale) accessibile 
                da   più punti. Il tracciato segue sentieri, mulattiere e strade asfaltate 
                  
                secondarie scarsamente battute dal traffico; non presenta   grandi 
                dislivelli, quindi può essere percorso da tutti senza   particolari 
                attrezzature ( basta un paio di scarponcini da montagna o comode 
                scarpe da ginnastica). Vista la lunghezza, per percorrerlo tutto d’un fiato, bisogna 
                tuttavia avere un po’ di allenamento. E’ un tragitto panoramico che permette visioni paesaggistiche 
                a 360° sulla Valle. Può essere percorso in tutte le stagioni, godendo di volta 
                in volta,emozioni differenti: i colori dell’autunno, le fioriture 
                di primavera, le nevicate invernali, le frescure estive. La “Camminata” è stata descritta scegliendo il percorso antiorario 
                con partenza dalla chiesa di Casale, ma nulla toglie all’escursionista 
                di percorrerlo in senso inverso o a tappe, anche in più giorni. Buona passeggiata ! 
                Descrizione
                A Nord-ovest della p.za della chiesa di Casale si prende 
                una carrareccia . Dopo circa 50 m , in piano,si imbocca un sentiero sulla destra 
                che fiancheggia a N una casa. Da qui bella vista: da sinistra il monte Pizzetto, il Misma; 
                di fronte le Podone, il Canto Alto, il monte Cereto ed il Purito; 
                a destra il monte Altino e sullo sfondo la vetta dell’Alben. Poi il sentiero si snoda superando varie vallecole in un 
                bosco ceduo misto, con prevalenza di carpino, frassino, nocciolo, 
                castagno. A sinistra si fiancheggia un vecchio acquedotto comunale 
                dalla scritta smunta, fino a giungere ad una piccola, vecchia 
                cascina dalla caratteristica cisterna.Ora il sentiero si allarga 
                e, dopo alcune decine di metri, si giunge ad una strada asfaltata 
                che si percorre in discesa. Dopo un tornante sulla destra e una curva a sinistra si prende 
                la strada asfaltata a destra ( via Ronchi). Si esce dal bosco e lo sguardo spazia tra slarghi erborei 
                costellati da alberi da frutto (fichi,noci,pruni,ciliegi,albicocchi). A sinistra si vede la dorsale del monte Pranzà che chiude 
                ad est la valle del Lujo. Al prossimo bivio si tiene la destra e si prosegue anche 
                quando la strada diventa sterrata fino a giungere in località 
                Sugalatti (non Sulagatti come descritto in alcune cartine). Si dice che in tale località venissero fatte pascolare le 
                mucche gravide perché particolari erbe, presenti in loco, aiutavano 
                le vacche a non avere più latte. Appena superata una vecchia cascina, a sinistra si prende 
                un sentiero che, passando accanto ad un palo telefonico in legno, 
                scende zigzagando nel prato antistante per inoltrarsi poi nel 
                fitto bosco della valle sotto. E’ un sentiero di pregio essendo il fondo lastricato con 
                sassi incastonati. Si attraversa la valle su piccolo ponte (notare la formazione 
                calcarea della cascatella sotto). Si costeggia, in leggera salita, la sponda orografica sinistra, 
                per poi ridiscendere (osservare i bei muri a secco ripristinati 
                dal proprietario del campo sopra) e riguadagnare la sponda destra 
                tramite ponticello protetto. (variante: salendo 20 m a destra vi è una sorgente). Proseguendo in leggera salita, sulla sinistra vecchia cascina 
                montana (Cà di Prade) con vista su Casale ed il monte Pranzà, 
                per poi scendere su comodo ed ombreggiato sentiero. Notare acciottolato 
                e muro a secco (purtroppo la scarsa manutenzione e gli acciacchi 
                del tempo li stanno compromettendo). All’incrocio, vicino al ruscello, ponticello in pietra e 
                fontana plurivalente . Si tratta di: 
                
                    - Cappella votiva alla madonna di Lourdes
 
                    - Abbeveratoio per il bestiame
 
                    - Presa per l’acqua potabile
 
                    - Lavatoio
 
                 
                Si prosegue in direzione ovest; sulla sinistra cascatella 
                che veniva utilizzata come forza idrica per muovere le pale 
                di un mulino. Proseguendo dritti si giunge ad una santella sul cui lato 
                a ponente vi è la seguente scritta macabra: “O tu che mi guardi 
                su, io ero come sei tu, tu diverrai come son io, dimmi un requiem 
                e va con Dio”. Appena oltre la santella il sentiero diventa pianeggiante 
                e panoramico su tutta l’alta valle del Lujo e costeggia, a monte, 
                la strada principale che porta alla chiesa di Dossello. Finito 
                il sentiero si prosegue su strada asfaltata a destra. Oltrepassata la chiesa ed il campetto, l’asfalto prosegue 
                con una serie di curve in leggera discesa costeggiato da recenti 
                costruzioni dai piccoli filari di vite e rare piante ornamentali 
                esotiche godendo d’un aperto panorama sul versante sud ed est 
                della Valle. Dopo una vallecola ci si sente nuovamente fuori dal centro 
                abitato e l’infestante robinia fa da padrona. Giunti ad una vecchia cascina (n.20) si prosegue diritto 
                per pochi metri fino a prendere un sentiero acciottolato a fianco 
                ad una sbarra che prosegue in discesa ( nella sottostante valletta 
                una piccola sorgente; peccato che il muro che sorreggeva l’acciottolato 
                è franato a causa delle recenti violentissime piogge). Subito dopo il sentiero riprende a sinistra una strada carrareccia 
                che porta in località Camarelli. (Poco prima, nella vallecola a sinistra,interessante la fontana 
                abbeveratoio). (Nel portone N.4 interno, bell’esempio di architettura contadina). Si prosegue poi in salita verso destra su strada cementata 
                fino ad imboccare un sentiero ombreggiato sulla sinistra che, 
                in piano, costeggiando un bel muretto a secco , ci conduce in 
                località Canfer.  Oltrepassato il sentiero 
                si allarga ed esce dal bosco aprendoci la vista verso Fiobbio, 
                la Trinità e la conca di Albino. Alle prime case la strada ritorna asfaltata e sbocca ad un 
                incrocio con grande crocefisso sulla destra.I simboli rappresentati 
                raccontano le vicissitudini ed il lavoro dei valligiani della 
                prima metà del secolo. Si imbocca la strada verso destra per poche decine di metri 
                fino a prendere un tornantino a sinistra che scende verso un 
                parco giochi. I giochi sono fatiscenti e dell’antico lavatoio 
                è rimasta solo la tettoia dai muri imbrattati. Si prosegue costeggiando a sud il campo di calcio e poi, 
                su strada asfaltata,fino a prendere la prima deviazione a sinistra 
                segnalata da un cartello stradale di divieto d’accesso. Si continua, 
                in discesa, lungo via delle Foppe tra casette mono-bi familiari 
                fino ad imboccare uno sterrato che ci conduce,dopo ampia curva 
                verso sinistra, alla vecchia strada provinciale che conduce 
                a Vall’Alta. Oltrepassatala si prende il sentiero che, dopo un ruscelletto,prosegue 
                in piano sotto una volta di roverelle, frassini e noccioli fino 
                a giungere ad un’altra strada asfaltata (via Fantoni) che, in 
                discesa, ci conduce alla frazione di Molinello. Dopo aver preso la destra si imbocca il primo portone di 
                sinistra e girando a destra per viuzza si oltrepassa il torrente 
                Lujo su piccolo ponte in cemento. Attraversata la via Lunga, strada provinciale di fondovalle, 
                si prende a sinistra la via Cà Bianca. Dopo poco ci si ritrova nel bosco misto con frassini e noccioli. Una curva verso Nord ci porta in alto qualche decina di metri 
                per raggiungere il pianoro che conduce alla parrocchia ed al 
                cimitero di Fiobbio. (Una volta questo tragitto era tutto acciottolato; 
                ora rimangono solo poche tracce del duro lavoro di un tempo 
                !). Di fronte l’ingresso del cimitero si imbocca un sentiero 
                ripido che sale lungo la vallecola per poi girare a sinistra 
                e spianare. Da qui interessante vista sulla chiesa di Fiobbio, 
                il pizzo Arera, il Secco, il paese di Vall’Alta e, sullo sfondo, 
                quello di Orezzo. Ora 
                il sentiero, un po’ nascosto dalla crescente vegetazione arborea, 
                è pianeggiante e costeggia le pendici del Misma fiancheggiando 
                un piccolo muro a secco che delimita prati a coltivo (Ronchi 
                bergamaschi).  Una piccola discesa conduce ad una sorgente malamente attrezzata 
                con tubi di plastica. Il sentiero poi risale recuperando quei pochi metri di dislivello 
                persi poc’anzi per poi procedere su ampia strada sterrata. Dopo circa 50 metri si prosegue su sentiero che mantiene 
                caratteristiche e quote del precedente. Da qui panoramica vista 
                sul monte Cornagera, Poieto, Rena, Alben, Arera, Secco, Altino, 
                Colle Gallo, Pranzà, Pizzetto. Attraversata una valle il sentiero tende leggermente a salire 
                e, oltrepassata una cascina, si getta su una strada sterrata 
                che prosegue in piano. Sulla sinistra, dietro alcuni salici e filari di vite, si 
                apre l’ampia conca verde dell’alta valle del Lujo. Ad un certo punto la strada diventa cementata, poi asfaltata, 
                fino a giungere a sud della parrocchia di Abbazia contornata 
                dal suo vecchio centro storico; sullo sfondo Altinello. Prima di giungere all’incrocio tra via S.Bernardo e
via Gatti, da vedere a destra antica fontana con abbeveratoio e lavatoio. Si prosegue a destra per via S.Bernardo e dopo il ponte per via Plazza. Ora la
strada tende a salire ed è facile incontrare, nella stagione opportuna, mucche,
cavalli e maiali al pascolo. 
Intorno ai 500 metri
il bosco si riempie di castagni come per ricordare l’intensa coltura che un
tempo permetteva la sopravvivenza a molte famiglie.Superati un paio di tornanti ed altrettante vallecole la strada diventa
sterrata fino a trasformarsi in sentiero sotto la Ral dè l’indiano. Qui siamo nuovamente
immersi nel bosco tra castagni, noccioli, frassini, roverelle, agrifogli.  Quando il sentiero si allarga in radure, diventa strada cementata e devia verso
destra, si imbocca un sentiero a sinistra che prosegue nel bosco, attraversa il
fondo di due ruscelli in secca fino a sbucare su una strada cementata (via del
Cereto) che, in salita,porta di fronte al cimitero di Casale. Si percorre per pochi metri in direzione del Colle Gallo per poi prendere via
Oprando Abate. La si percorre tenendo la sinistra fino a giungere sulla piazza della chiesa di
Casale da dove si gode una bella vista sulla valle e sulla vetta del pizzo
Arera, chiudendo così il percorso ad anello della “Camminata delle Valle del
Lujo”. 
                  
                  
                Testo Elio Carrara 
 | 
             | 
             | 
             |